La festa della mamma

Trovo che festeggiare le mamme sia una delle idee migliori trovate sin qui. Oggigiorno  si festeggiano tante altre giornata come quella della pizza o quella della lentezza ma la festa della mamma è quella a cui tutti i bambini guardano sempre  con gioia (e le mamme anche). Ricordo i lavoretti che i miei bimbi facevano a scuola o i mazzolini di fiori con cui arrivavano l’8 maggio. Sapete che nel nostro passato più recente la prima festa fu fatta in America  nel 1908 e fu ispirata da una femminista americana a ricordo della madre? Le motivazioni erano sicuramente molto più nobili rispetto alla piega consumistica che ha oggi. Si concepì la giornata per organizzare corsi che promuovevano la lotta alle malattie infantili e per il miglioramento delle condizioni igeniche del dopo parto.

Ma tornando ai giorni nostri voi avete già deciso cosa farete? Sono mamma – e questa è cosa nota – ma a mia volta ho la fortuna di essere ancora figlia di una dolce signora 87enne. Quindi come si organizza la giornata? Se da un lato amerei essere festeggiata dai miei pargoli ed essere invitata a pranzo dall’altro vorrei festeggiare la mia mamma. Soluzione trovata: Brunch in giardino. Vi piace? Incrocio le dita per il tempo, ultimamente a Varese arrivano dei temporali di quelli che di solito si presentano in estate….  se così fosse potrò sempre ripiegare sul tavolo della sala da pranzo.

L’idea di organizzare un brunch mi riporta ai nostri anni di vita americana, quando a Rochester facevo i pancakes con le faccine che ridevano ai bambini e quando a Greenwich   nel weekend non si doveva correre a scuola o al lavoro e ci si attardava sulla tavola della terrazza quando la stagione ce lo permetteva. Altro motivo importante è che mi è arrivato un servizio di piatti inglese appena acquistato e che non vedo l’ora di inaugurare.

 

È un servizio molto simile a uno che veniva usato nella casa di una zia di mia mamma e dove ho trascorso buona parte della mia infanzia. (Vi ho parlato di zia Anita qui Maggio)  e così è legato a cari ricordi. Insomma tutte queste ragioni mi sembrano ottime per festeggiare a casa ed in famiglia la festa della mamma.

Il menù si sta delineando nella mia mente: pancakes con sciroppo d’acero e marmellata, uova scrambled ad accompagnare gli asparagi, bacon croccante, pane fatto in casa, smoothie  alle fragole e banana o al mango che io adoro, coffee cake alle noci (la ricetta è quella di Gabriella la trovate qui Amiche di penna #7 , pesche sciroppate accompagnata a della panna montata. Il tutto assieme ad buon caffè italiano.

Ora non mi resta che fare qualche prova per la tavola di domenica e poi iniziare a cucinare.

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Le mie prove le ho fatte e mi piacerebbe radunare e poter condividere  foto delle vostre tavole preparate per la festa della mamma. Me le mandate?  Si? Trovate la mia mail nella sezione contatti. Un grazie grande a tutte😍

Ecco le prime foto delle vostre tavole (o di quello che ci avete messo sopra 😜)

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Un centrotavola per Pasqua

La tavola di Pasqua è la prima tavola “veramente primaverile”. Generalmente in questo periodo sono così stanca di colori scuri che sogno i rosa, gli azzurri e tutti quei colori delicati che sanno di giornate con il sole, temperature miti e primavera. Su queste tavole quello che proprio non può mancare è un bel centrotavola anche se, a ben pensarci, è l’unica cosa non  indispensabile….. Infatti mentre  tutti gli altri oggetti: posate,  piatti, bicchieri,  brocca dell’acqua sono necessari lui, il centrotavola, è proprio un vezzo. E’ un vezzo a cui io non posso fare a meno specialmente se mi accingo ad apparecchiare una tavola di festa. Che siano serate con amici, pranzi in famiglia o un invito all’ultimo minuto cerco di abbellire la mia tavola con un fiore e qualche candela.

Qualche pomeriggio fa ero in cerca di un’idea per il centrotavola da utilizzare a  Pasqua e così sono entrata in uno dei fiorai più belli di Varese Cellini Fiori ( via Veratti 11 Varese). Alessandra (terza generazione che si occupa con amore di fiori) mi ha accolto con un sorriso e mi ha permesso di curiosare fra le ceste fiorite, le orchidee, le piante grasse e le sue belle composizioni.

Mentre ero lì un’idea e così ho chiesto ad Alessandra se mi poteva spiegare come fare un centrotavola. Risposta affermativa e felicità mia!

Sul bancone appaiono una spugna ben impregnata d’acqua, una foglia di aspidistra, due garofani color crema, due garofani verdi ( si chiamano green trick….) una rosa arancio, alcuni ranuncoli e tre piccole uova di quaglia.

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Mentre Alessandra ricopre l’oasis con la foglia chiaccheriamo e scopro che ha lavorato negli States, che ogni tanto torna a Rhode Island e New York per lavoro e che la sua famiglia gestisce il negozio di fiori dal 1945. Mentre parla le sue mani non si fermano un attimo e i miei occhi seguono tutto. Dopo aver preso il primo garofano taglia il gambo in obliquo e lo mette nell’oasis, seguono tutti gli altri fiori e per finire le ovette di quaglia. Sembra facile e lei conferma che lo è. Questo è il primo lavoro che insegna durante dei corsi che tiene proprio qui, nel suo negozio (il prossimo sarà il 12 aprile)

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Il risultato finale mi piace e lo vedrei bene su una tavola color crema con qualche tocco arancio come delle posate color rame. Che dite?

Sempre  in cerca d’idee ho trovato su Pinterest alcune composizioni che mi sono piaciute. Le ho raccolte qui sotto. Ho pensato che potevano essere d’ispirazione per preparare una bella tavola pasquale. Alcune sono eleganti altre più rustiche, ci sono candele, coniglietti e uova; tutte hanno in comune bellissimi fiori di stagione e tanta fantasia.

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Un bel centrotavola parla e racconta ai nostri ospiti quanto siamo felici di averli alla nostra tavola,  quanto teniamo alla loro compagnia e quanto desideriamo condividere con loro momenti da ricordare.

Forza all’opera!

 

 

A tavola!

Come ormai avrete capito amo cucinare ed allo stesso modo, quando abbiamo ospiti, mi piace apparecchiare bene la tavola. La mise en place soddisfa l’occhio, è il giusto preludio ad una serata riuscita ed è un gesto d’amore verso coloro che abbiamo invitato.

Generalmente quando compongo le mie tavole cerco sempre di sorprendere un pò, la fantasia prende il sopravvento e a volte mi capita di fare e disfare il tutto sino a quando finalmente non sono soddisfatta. È una delle cose che mi divertono e che mi prendono parecchio tempo così, cerco di apparecchiare il giorno prima. La giornata dell’invito  è tutta dedicata alla cucina ed ai tocchi finali della tavola (solo tocchi però….)

Il mio amore per le belle apparecchiature mi ha portato a Milano a Palazzo Reale dove ora c’è una piccola esposizione sulla storia delle tavole degli ultimi tre secoli. Interessante vedere ed imparare l’evoluzione della società attraverso il cibo e la tavola.

Partiamo con il nostro viaggio nel tempo.

Nell’età Barocca la tavola è opulenta, il sovrano celebra la propria grandezza e lo dimostra anche sulla tavola.

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Il Roccocò invece ci porta tavole allestite con deliziosi colori pastello, le porcellane dai decori  preziosi appaiono sulla tavola.  È l’epoca di Marie Antoinette e della sua corte

Arriva il 1800, a tavola si stringono alleanze e matrimoni. I pranzi diventano meno impostati, gli abiti casual e i primi picnic preparati con cura maniacale fanno il loro ingresso. Porcellane e cristalli si dispongono in mezzo alla natura, non possono mancare gli argenti di una teiera, il tè è la passione di Giorgio IV.

Siamo ancora nell’800 con la prossima tavola. Il Romanticismo impera, la sala da pranzo è la protagonista delle famiglie borghesi. Stoviglie, cristalli e argenteria si devono armonizzare con fiori e frutta nell’accordo cromatico

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Arriva il 900 e tutto si alleggerisce, il bianco è il colore della moda e dell’aristocrazia. Le tovaglie immacolate vengono vestite con i cristalli ed un ordine maniacale.

1920 Coco Chanel, le sue camelie e la perfezione delle tavole in bianco e nero, siamo entrati nell’Art Deco: edonismo & glamour allo stato puro. I bicchieri si moltiplicano perché ad ogni piatto si deve accompagnare il giusto vino. Anni alcolici, dove la moda del coctail prima di cena prende piede.

Gli anni 60 sono Anni Eclettici e la mise en place comincia ad avvicinarsi a quella odierna, la moda hippy la si trova anche nelle tavole assieme a un che di orientaleggiante. Inizia l’epoca della personalizzazione.

L’ultima tavola che ho visto mi ha lasciata perplessa…. è la tavola del futuro. Sembrerebbe che il cibo si trasformi: micronizzato, minimizzato, esaltato da un’esperienza totalmente estetica….  (io invece mi immagino un bel brasato 😋)

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Perderemo il gusto di una bella tavola  ricca di colore o perfettamente monocromatica ma con cibi gustosi? Speriamo di no!

Vi lascio con questa frase di A. Brillat-Savarin che trovo perfetta

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Come sono le vostre tavole? Ricche di amici, vero?

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